sabato 26 febbraio 2011

The Replacements «Let it be» [1984]


 Un grande paradosso ha attanagliato il rock’n’roll da Elvis ai giorni nostri. Proviamo a riassumerlo: io voglio essere «vero», nonostante sia parte dell'ingranaggio del music business. Con la rivoluzione punk, che molto aveva appreso dal situazionismo, questo paradosso ha persino assunto consapevolezza, assomigliando a quello che in psicanalisi si chiamerebbe «doppio legame». Siccome voglio essere vero, metto in scena la finzione della comunicazione. Ma per essere davvero autentici bisogna ostentare di essere «falsi» (come i Devo, che giocano a fare i rappresentanti di una corporation, con tanto di divise aziendali) o esasperare il senso di «realtà» (come certi gruppi Oi che mettono in scena parossisticamente la strada e i suoi conflitti)?

I Replacements venivano da Minneapolis e, prima di implodere, abitarono lo spazio che esiste tra verità e rappresentazione. Passarono dall’hardcore al rock mantenendo melodie oblique e canzoni sbilenche. Il disco della loro maturità riproduce significativamente quello di un classico: «Let it be».

Sono veri o finti? ---> Qui

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