The Cramps Live at Napa State Mental Hospital
Se c'è mai stato qualcuno che ha meritato (rischiato?) di suonare in un ospedale psichiatrico, questi sono senza dubbio i Cramps. Il video - a fedeltà meravigliosamente bassa - inizia con Lux Interior che dice al microfono: "Qualcuno mi ha detto che siete pazzi, ma io non ne sono tanto sicuro!". Live at Napa State Hospital è l'equivalente rock'n'roll della storica rappresentazione beckettiana di "Aspettando Godot" nella prigione di Lüttringhausen. Meta-teatro allo specchio.
Ci si diverte come matti - - - - > Qui
Stay Sick!
Double feature!! E per la vostra autoradio, un bel dischetto dell'inizio dei 90s. Dopo più di dieci anni nessuna novità, semplicemente l'ennesimo capolavoro di sfrenato rock'n'roll. Certa gente non guarisce mai.
Stay Sick! - - - - > Qui
lunedì 28 febbraio 2011
domenica 27 febbraio 2011
Judge Dread «King of Rudeness» [1989]
Alexander Minto Hughes, aka Judge Dread, was so rude and explicit he still holds the record of the highest number of songs banned from UK charts. Were he alive today, he could possibly be offered a post in Italy's government, or be invited to a bunga bunga party. But he would decline it, being a Working Class 'Ero.
Bouncer, bodyguard, DJ and eventually singer, Judge Dread ended up being the first white artist to have a hit record in Jamaica, where he even performed live.
Pussy, cock, fighting and booze, are the main topics of this collection, featuring some of Dread's best songs and cockney-accented covers of classic ska anthems.
If this was not enough to make you want to GET IT, check out the cool category he's listed under on Wikipedia.
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Alexander Minto Hughes, alias Judge Dread, era così rude ed esplicito, che detiene ancora oggi il record del più alto numero di canzoni bandite dalle radio inglesi. Se fosse vivo oggi, gli potrebbe essere offerto un posto nel governo italiano, o essere invitato a un festino Bunga Bunga. Ma non lo accetterebbe, da buon eroe della classe operaia.
Buttafuori, guardia del corpo, DJ e infine cantante , Judge Dread ha finito per essere il primo artista bianco ad avere un disco di successo in Giamaica, dove si è anche esibito dal vivo.
Figa, cazzo, risse e alcol, sono i temi principali di questa collezione, che contiene alcune delle migliori canzoni di Dread e i grandi classici dello ska in salsa cockney.
Se questo non è bastato a farti desiderare di AVERLO, controlla la categoria dove è elencato su Wikipedia.
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VV. AA. «Anthology of American Folk Music» [1952]
« Had he never done anything with his life but this Anthology, Harry Smith would still have borne the mark of genius across his forehead. I'd match the Anthology up against any other single compendium of important information ever assembled. Dead Sea Scrolls? Nah. I'll take the Anthology. Make no mistake: there was no 'folk' canon before Smith's work. That he had compiled such as definitive document only became apparent much later, of course. We record-collecting types, sifting though many more records than he did, eventually reached the same conclusions: these were the true goods. »
John Fahey
Get an absolutely definitive and essential historical document - - - - > Here
(flac version also available via http://seriousfuckingbusinessindeed.blogspot.com/2011/01/anthology-of-american-folk-music-1952.html )
sabato 26 febbraio 2011
Mina «Stessa Spiaggia Stesso Mare» [1963]
While being the most popular italian singer of her time, in 1963 Mina was banned from Italian TV and radio because her pregnancy and relationship with a married actor did not accord with the dominant catholic and bourgeois morals. Moreover, Mina's cool act combined sex appeal with public smoking, dyed blond hair, and shaved eyebrows to create an ambiguous "bad girl" image.
Despite ostracism, the second half of the sixties gave her bigger international success and prime-time TV rehabilitation. In 1978 Mina gave up public appearances, suddenly hiding herself in a cloak of mistery. The most versatile pop singer in Italian music continues to release popular albums on a yearly basis to the present day.
In her ealry classics, such as this out-of-print record reissued by Raro!Records in 1998, she combines classic Italian pop with elements of beat, swing, R&B and latin american music.
Get a slice of Swingin Italy - - - - > Here
The Replacements «Let it be» [1984]
Un grande paradosso ha attanagliato il rock’n’roll da Elvis ai giorni nostri. Proviamo a riassumerlo: io voglio essere «vero», nonostante sia parte dell'ingranaggio del music business. Con la rivoluzione punk, che molto aveva appreso dal situazionismo, questo paradosso ha persino assunto consapevolezza, assomigliando a quello che in psicanalisi si chiamerebbe «doppio legame». Siccome voglio essere vero, metto in scena la finzione della comunicazione. Ma per essere davvero autentici bisogna ostentare di essere «falsi» (come i Devo, che giocano a fare i rappresentanti di una corporation, con tanto di divise aziendali) o esasperare il senso di «realtà» (come certi gruppi Oi che mettono in scena parossisticamente la strada e i suoi conflitti)?
I Replacements venivano da Minneapolis e, prima di implodere, abitarono lo spazio che esiste tra verità e rappresentazione. Passarono dall’hardcore al rock mantenendo melodie oblique e canzoni sbilenche. Il disco della loro maturità riproduce significativamente quello di un classico: «Let it be».
giovedì 24 febbraio 2011
VV. AA. «The Trombone Album» [1980]
A chi osa chiedervi cos'è il Jazz, rispondetegli con questo disco.
Trombonisti a duello, due grandissimi J.J. Johnson e Frank Rosolino e un gruppo di eccellenti solisti arrangiati magnificamente (Frank Foster) in quartetto: Jimmy Cleveland, Bill Hughes, Benny Powell, Henry Coker. Non è musica classica, dove tutti imitano un suono asettico, ma persino il colore dello strumento è personale e originale, lasciato alla creatività del solista.
Benchè epitomizzato ad insulto gerontofilo il trombone è versatile, fluido, colorato, plastico, e femminile (sempre da esplorare).
Il disco è in quattro parti, stanno - - - - > Qui (1/4) - - > Qui (2/4) - - > Qui (3/4) - - > e Qui (4/4)
(via http://andifyouhadtwocoats.blogspot.com/2010/11/trombone-album.html )
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VV. AA. «Teenage Twins OST» [1976]
Si, il disco di oggi è la colonna sonora di un film porno. E no, tra le tracce *non* sono incluse urla di piacere, mugolii nè gemiti vari. Se siete in cerca di radiodrammi pornografici, sappiate comunque che è stato fatto (in realtà esiste una versione porno di praticamente qualsiasi cosa siate in grado di pensare).
Ma torniamo al nostro album: oltre a essere la soundtrack del primo lungometraggio a luci rosse della storia interpretato da due vere gemelle, "Teenage Twins" è un gran bel disco di funky/soul strumentale, suonato con disinvoltura da professionisti - gente che ha lavorato con Henry Mancini (Steve Gray) e David Bowie (Alan Hawkshaw), giusto per citarne un paio.
Oltre alla indubbia qualità di questo lavoro, abbiamo deciso di recensirlo certi che l'utilizzo del tag e della parola "porno" farà impennare il contatore delle visite di questo blog.
Saltate i preliminari e scaricate - - - - > Qui
Double Dagger «Masks» [2010]
When a band is deliberately missing a key element, you should always ask the most obvious question: why? Yet this eclectic trio from Baltimore, USA, manages pretty well in its drums-bass-vocals combo.
Their 2010 EP is powerful and delicate, fast but including pauses, unique yet full of influences. When punk died sometime back in the 20th century, these guys were either not born, or busy doing something else, and never realized it. And that is good.
Stab yourself, twice, with Double Dagger's -----> Masks <------.
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Quando una band rinuncia volutamente a un elemento chiave, bisogna sempre farsi la domanda più ovvia: perché? Eppure questo eclettico trio di Baltimora, USA, se la cava abbastanza bene nella formula batteria-basso-voce.
Il loro EP del 2010 è potente e delicato, veloce ma ricco pause, unico eppure pieno di influenze. Quando il punk è morto qualche tempo addietro nel 20 ° secolo, questi ragazzi non erano nati, o erano occupati a fare qualcosa di diverso, e non se ne sono mai accorti. E questo è un bene.
Datti una pugnalata, anzi due, con i Double Dagger e il loro -----> Masks <------.
martedì 22 febbraio 2011
Company «Fictions» [1977]
Guitar man - Bailey - has a peculiar à la Pollock ability to let drop the notes that become famous and not infamous Mengelbergs piano solo and interaction with soprano sax player Coxhill (in particular) on side 2 where he builds an incredible solo which incorporates quotes and dissections of several Beethoven sonatas (including the’ hammerklavier’), seemingly tossing them all in a rhythmic blender. Last but not least in this recording our men sings a lot without shame. Insane.
Out of print and hasn’t seen any cd reissue,
but you can find it - - - - > Here (part 1) and - - - - > Here (part 2)
(via http://inconstantsol.blogspot.com/2007/12/company-fictions-1977-incus-flac-and.html)
Man Or Astro-Man «Experiment Zero» [1996]
Perché non possiamo fare a meno di appassionarci all'immaginario sci-fi e horror degli anni cinquanta? Come ha spiegato Ken Hollings nel documentatissimo saggio «Benvenuti su Marte», in quegli anni è cominciata una battaglia cruciale. L'oggetto del contendere era la capacità di costruire mondi per rivendicarne il monopolio, in quel crinale stretto e ambivalente che separa il controllo delle menti dalla libertà delle coscienze. Come dimostrava la diffusione trasversale dell'Lsd, sia nei laboratori militari che nelle rivendicazioni sociali si «domandava l’impossibile». «La fantasia non è niente di più che una teoria irrealizzabile», afferma Hollings. Questo disco è un'ottima colonna sonora per «pensare l’impensabile». I Man or Astro-Man vengono dall'Alabama, mescolano surf, soundtrack di b-movies e punkrock. Stanno alle invasioni degli ultracorpi come i Misfits stanno alle notti dei morti viventi. «Esperiment zero» è probabilmente il loro lavoro più completo.
Per partire a razzo con loro - - - - > Qui
Per partire a razzo con loro - - - - > Qui
lunedì 21 febbraio 2011
Barbagallo «Floppy Disk» [2009] VS The Legendary Tiger Man «Femina» [2009]
Il nostro primo soundclash vede di fronte due dischi diversissimi, accomunati però da un modo personalissimo di suonare la chitarra, dall'uso dell'inglese come lingua franca, e dal fatto di essere usciti entrambi nel 2009.
Serio, compìto, ma nondimeno visionario il sound di Barbagallo, che nel suo «Floppy Disk» alterna riff dilatati e psichedelici, in uno stile che a volte ricorda il miglior Ben Harper e altre richiama il Syd Barrett dei tempi d'oro.
The Legendary Tiger Man è personaggio certamente più pop, ma solo gli elitari lo prendono come un insulto. Il suo «Foemina» è zeppo di cover gustosissime e ospitate eccellenti, a cominciare da Asia Argento de noantri.
C'è qualcosa di squisitamente europeo nella condizione di bluesman solitario in questi tempi così incerti. Barbagallo è siciliano, TLTM aka Paulo Furtado viene da Coimbra, Portugal (si, proprio come il taxi di F. Salvi): entrambi sono alla ricerca di un posto nel mondo del pentagramma, nell'attesa che Scaruffi si accorga di loro.
The Legendary Tiger Man è personaggio certamente più pop, ma solo gli elitari lo prendono come un insulto. Il suo «Foemina» è zeppo di cover gustosissime e ospitate eccellenti, a cominciare da Asia Argento de noantri.
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domenica 20 febbraio 2011
Robert Mitchum «Calypso Is Like So» [1957]
Robert Mitchum ha fatto una certa quantità di cose cool durante la sua vita. Espulso da ogni grado di scuola, arrestato per vagabondaggio e condannato ai lavori forzati nelle paludi della Georgia, evaso, pugile professionista, ghost writer per un astrologo, operaio in fabbrica e in miniera. In seguito, per darsi una regolata, decise di fare l'attore, divenendo l'icona dell'anti eroe nei più bei noir del cinema americano (su tutti, il capolavoro assoluto "Night of the Hunter").
Nel 1948 venne arrestato per possesso di Marijuana, sostanza di cui era abituale consumatore sin da adolescente. La sua reazione all'arresto (immortalata dalla foto a destra), è stata definita dal critico musicale Lester Bangs come uno dei semi dell'attitudine punk. Mitchum era anche un ottimo cantante (le parti canore dei suoi film non venivano mai doppiate): mentre girava le riprese del film "Heaven Knows, Mr. Allison" nell'isola caraibica di Tobago, si innamorò del calypso ragalandoci questo album, di gran lunga migliore di qualsiasi cosa registrata da Harry Belafonte.
Spacca una noce di cocco e scarica - - - - > Qui
sabato 19 febbraio 2011
Andrea Centazzo / Alvin Curran / Evan Parker «Live in Florence» [1978]
La musica è il rifugio degli animi ulcerati dalla felicità. (Emil Cioran)
L'ulcera è la musica della felicita che si rifugia negli animi.
Gli Animi felici sono il rifugio della musica ulcerosa.
Senza musica la vita sarebbe un errore. (Friedrich Nietzsche)
Senza vita l'errore sarebbe una musica.
Senza musica l'errore sarebbe vita.
PS, la musica sta - - - - > Qui (via http://inconstantsol.blogspot.com)
giovedì 17 febbraio 2011
The Fluid «Clear Black Paper» [1989]
Se anche tu nel 1989 non avevi la più squallida idea di chi fossero i The Fluid, ma nondimeno hai indossato camicie di flanella a quadrettoni per buona parte del decennio successivo, oggi che è morto il chitarrista puoi colmare la lacuna diventando fan postumo.
Con ----> questo disco "i più punkettosi tra i gruppi grunge" (secondo la definizione di Wllfully Obscure), assursero all'olimpo Sub Pop.
The Astro Zombies - di Ted V. Mikels, 1968
Il Dr. DeMarco (John Carradine) da i numeri dopo essere stato scaricato dal governo americano, e decide di creare una super-razza di Zombies uccidendo gente e riassemblando i pezzi dei cadaveri. Questo simpatico progettino gli sfugge inspiegabilmente di mano, attirando l'attenzione della CIA e dei russi.
Vi basti sapere questo per godere a pieno di "The Astro Zombies": un filmazzo con tutti gli ingredienti tipici di un B-Movie che si rispetti: alambicchi, spionaggio, zombies, agenzie spaziali, mascheroni demoniaci e Tura Satana ( R.I.P. :( ) nel ruolo di una spietata spia sovietica.
Il file è in lingua originale, ma tanto potete guardarlo benissimo anche senza audio, magari come sottofondo visivo per un lungo aperitivo horror/lounge.
Se invece siete tra quelli che si chiedono "ma perchè non chiama la polizia??" nel bel mezzo di un horror, allora non guardate questo film.
Tutti gli altri possono cliccare - - - - > Qui
martedì 15 febbraio 2011
Dr. Feelgood «Stupidity» [1976]
Come è noto, il Novecento è finito assieme al Futuro nel 1977. Prima di quell'anno, quando ancora il rock'n'roll era minacciato da sintonizzatori, parrucconi e assoli barocchi, i Dr. Feelgood anticipavano i tempi. Venivano da Canvey Island, avamposto di sale da gioco malfamate, stazioni balneari sottoproletarie e raffinerie. Indossavano gli abiti della festa e giocavano a fare i duri per tenere fede alla nomea della loro terra di provenienza. L'estuario del Tamigi era la versione industriale del delta del Missisippi, e i Dr. Feelgood interpretavano a modo loro il blues e il r'n'r. Davano il massimo soprattutto nei live, grazie gli spasmi nevrotici del chitarrista Wilko Johnson e alla voce negra di Lee Brilleaux. Folgorarono Joe Strummer sulla via dei Clash. Cercate il bel documentario che gli ha dedicato nel 2009 Julian Temple, "Oil City Confidential".
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lunedì 14 febbraio 2011
Serge Gainsbourg «Aux armes et cetera» [1979]
Dopo aver sentito Beillusconi e Confalonìeri cimentarsi con la chanson francaise, Serge Gainsbourg decise che lui poteva darsi al ritmo in levare.
Il risultato è "il miglior disco reggae mai realizzato da un non jamaicano", parola di Sly Dunbar. Dell'epeca, aggiungiamo noi.
Rolla un cannone e vai col dub... -----> Qui
venerdì 11 febbraio 2011
Black Eyes «S/T» [2003]
Sotto un fitto strato di urla e distorsioni pulsa il funky scarnificato dei Black Eyes. E visto che è impossibile parlare di una band Dischord senza citare i Fugazi, leviamoci il pensiero: i Black Eyes sono come i Fugazi, anzi no, i Black eyes non c'entrano proprio niente. :)
Un gran bel disco della terza generazione post-hc di Washington DC.
Verifica tu stesso scaricando da - - - - > Qui
lunedì 7 febbraio 2011
OFF! «First Four EPs» [2010]
Avete presente quel momento in cui, verso la fase calante della parabola tipica di un artista - e dopo avercela piallata con le minchiate sperimentali più insulse - si sente pronunciare la fatidica frase: "il prossimo disco sarà un ritorno alle origini"? MINCHIAFASTIIIIDIO! Ecco, con Keith Morris questo non succederà mai. La sua nuova creatura, gli "OFF!", macìna HC a randa, proprio come 30 anni fa. Cazzo, persino la copertina è di Raymond Pettybon!
Se state pensando che è tutto questo è patetico, scaricate e ricredetevi - - - - > Qui (RE-UP!)
domenica 6 febbraio 2011
The Bronx «Mariachi El Bronx» [2009]
Prima si chiamavano The Bronx, erano una delle tante (troppe?) neopunk band californiane e macinavano buona musica. Poi hanno scoperto di vivere nello Stato dei latinos e della maggioranza ispanica, hanno attraversato la frontiera affittando un'auto scassata lungo il tragitto che divide Los Angeles da Tijuana, hanno caricato a bordo un paio di mariachi e sono diventati Mariachi El Bronx. Grande disco, grandi ballate, si sentono la polvere sotto gli stivali, il vociare dello zocalo e il ritmo del Messico.
Versati una tequila e scarica - - - - > QUI
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venerdì 4 febbraio 2011
Dj Shadow - Endtroducing fatto a pezzi
Classici Old School, oscure ballate psichedeliche, pezzi funky, jazz e molto altro ancora. Grazie a un campionatore Akai Mpc 1000 tutto questo è stato frullato da Dj Shadow in un unico album (Endtroducing) composto esclusivamente da campioni di altri dischi. Se ci avete sempre sbattuto la testa senza venirne a capo, c'è qualcuno invece che è riuscito nell'impresa di catalogare e recuperare i campioni utilizzati da Shadow per il suo capolavoro.
C'è davvero tanta roba
Milano Calibro 9 - di Fernando Di Leo, 1972
Oggi ci vogliamo rovinare. Double Feature!
Se non avete mai visto questo film dovete correre ai ripari. Un noir coi controcazzi firmato Fernando Di Leo, il primo -e secondo noi il migliore- della trilogia "del milieu". Regia impeccabile, atmosfera, tensione, dialoghi da antologia, Gastone Moschin in grande forma, Mario Adorf siciliano e cattivissimo e Barbara Bouchet nei panni della Go-Go Dancer più sexy di tutti gli anni '70. Imperdibile.
Parte 1 - - - - > Qui
Parte 2 - - - - > Qui
Parte 3 - - - - > Qui
Ed eccovi anche la colonna sonora, un interessante esperimento progressive dei partenopei "Osanna".
E che non si dica che noi meridionali "siamo tirati" - - - - > Qui (Osanna "Milano Calibro 9 OST")
mercoledì 2 febbraio 2011
Royal Crown Revue «Kings Of Gangster Bop» [1991]
Lo sapevate che il numero dei suicidi dei militari statunitensi al fronte in Iraq e Afghanistan supera quello dei morti per mano nemica? Lo sapevate che «Safari» di Jovanotti è il disco più venduto degli ultimi anni in Italia? Lo sapevate che alcuni membri della storica punkband californiana Youth Brigade hanno formato un gruppo swing che si chiama Royal Crown Revue? Lo sapevate che hanno fatto la colonna sonora di «The Mask»con Jim Carrey? Lo sapevate che questo disco spacca?
Lo sapevate che se cliccate qui potete scaricarlo? - - - - > Qui
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martedì 1 febbraio 2011
The Kartoons «Introducing» [1998]
“The Kartoons is a wild beat and R&B combo coming from southern Italy. The main influences of the band are The Zombies, The Kinks, and sixties pop in general. In this album they have put all, and you can feel it. Introducing, than if it were pressed twelve years ago already would have become a classic, like Enjoy of the Creeps or Faces of the Sick Roses, it's a perfect combination of the immortal values of the teen punk and the spirit of Pebbles compilation.”
Get your kicks - - - - > Here
Sharon Jones & The Dap-Kings«I Learned The Hard Way» [2010]
È tempo di soul revival negli States e l'etichetta-simbolo del recupero di quei ritmi è la DapTone di New York. Se avete amato Otis Redding e Aretha Fraklin dovete assolutamente ascoltare la voce calda di questa afroamericana corpulenta eppure sensuale. Guardatela coi suoi Dap-Kings sulla copertina del nuovo album: i mattoni rossi fanno molto Brooklyn e sono garanzia di genuinità.
Scarramare e poi danzare! - - - > Qui
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