lunedì 26 settembre 2011
23 - di Hans-Christian Schmid , 1998
Germania, anni '80. Sulle tv fanno le loro prime comparse gli hackers del Chaos Computer Club che mettono a nudo l'insicurezza dei sistemi telematici. In un paese diviso in due, in un'epoca in cui il l'olocausto nucleare è dietro l'angolo, fanno la loro comparsa l'hacker Karl Koch e il suo amico Pengo. Ragazzo dall'infanzia difficile, ossessionato dalla trilogia degli Illuminati, Karl trova nei computer la porta verso le informazioni che cercava. "23" è un'attenta ricostruzione di quegli anni e della vita di Karl Koch che balzerà agli onori della cronaca per i suoi coinvolgimenti con il KGB, efficace nel farci immergere nella sua mente piena di paranoie e droghe.
Il film si avvale della collaborazione di alcuni membri del Chaos Computer Club, quindi niente intrusioni in sistemi dai mirabolanti colori tridimensionali, ma solo schermate color fosforo sui computer dell'epoca... molto toccante l'interpretazione del PDP11 sotto la piogga.
Il film in lingua crucca con sottotitoli italici lo trovi ----> QUI
Inoltre chi volesse approfondire le vicende di Karl Koch può leggere il libro "23" edito dalla Shake e la trilogia degli Illuminati sempre della stessa casa editrice.
mercoledì 21 settembre 2011
V/A «Oytsres - Treasures. Klezmer Music» [1908-1996]
"In this period of rediscovery, revitalization and reinterpretation of music of the Jewish people of pre-Holocaust Europe, occasional infusions from the source help keep the music centered. In this latest klezmer anthology, producers Joel Rubin and Rita Ottens have included six rare examples of pre-World War I recordings from Europe. These include a couple of pieces from the Euro-Yiddish theater that have some melodic relationship (but not in presentation) to klezmer. Additionally there are two fascinating pieces by the State Ensemble for Jewish Folk Music of the Ukraine recorded in 1937 and 1939, along with one example of an obscure offshoot of the klezmer tradition, that of the Chassidic community in Israel. It will be very instructive to all fans of klezmer to compare the playing styles of these with that of musicians who recorded in America between the world wars. The greats of the first generation emigres to the United States are also here: Naftule Brandwine (fabulous, as usual), Dave Tarras (an example of his influential trio), Abe Schwartz, etc. This is another must-have for fans and students of old style klezmer music." - Stacy Phillips [ thanx to GhostCapital]
Grab it HERE
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martedì 20 settembre 2011
Capone Bros. «Insane Love» [2011]
I Capone Bros. sono tra gli artefici della rock'n'roll renassaince romana degli ultimi anni.
Forti di un solido radicamento nell'underground capitolino (il chitarrista suonava nei Cyclone, storica formazione della scena psychobilly locale) e di un'ottima esperienza live nei locali della penisola, i fratelli Capone (il nome deriva dai fratelli di "Totò, Peppino e la Malafemmena" e non dal mafioso Al) hanno imbarcato un pianista e cantante istrionico, che conferisce alla ricercatezza sonora e al rispetto dei canoni del rockabilly la giusta forza scenografica.
Dal vivo suonano coi piedi (nel senso che usano gli arti inferiori), spaccano sgabelli sulla tastiera e riproducono il repertorio musical-nichilista di Jerry Lee Lewis. Sul disco si fanno apprezzare e restituiscono la carica del rock'n'roll: ascoltate brani come "Pe-Te' Pe-Te'" o "Welcome to my jungle".
Cercate una data dalle vostre parti, non ve ne pentirete.
Let's Rock, Again ---> QUI
Comeback Kid «Wake The Dead» [2005]
La band si forma nel 2000, come side project di alcune band hardcore di Winnipeg, Canada (Andrew Neufeld e Jeremy Hiebert, i quali erano entrambi membri dei Figure Four, si unirono ai loro amici Scott Wade e Kyle Profeta). La loro popolarità crebbe grazie al passaparola nell'ambiente Hardcore, l’idea era di mantenere la potenza e l’aggressività dell’hardcore e mischiarlo alle influenze dello skate punk tipico degli anni ’90.
Anche se la produzione dei Comeback Kid è assolutamente di tutto rispetto, 5 lavori al loro attivo, è nei loro live che sprigionano tutta la rabbia e la furia distruttiva.Wake The Dead” (Victory Records/2005) è un album che oggi è un must per qualsiasi appassionato di hardcore: veloce e aggressivo ma con singalong e melodie che non possono che sfiorare la perfezione.
spracchiativi i ricchie - - - > QUI
sabato 17 settembre 2011
Slim Cessna's Auto Club «American Country Music Changed Her Life» [1998]
Non se ne trova più in giro di roba buona come questa. Ai vecchi tempi, giù a Denver - Colorado - il vecchio Slim e i suoi trovarono la formula magica del country moderno. Un delicato equilibrio tra le suggestioni bibliche del profondo sud, il sarcasmo dei punks di città e il classico mito americano del ribelle/perdente. Alcuni noti componenti della band hanno proseguito in una direzione ben precisa: Dave Eugene Edwards (Sixteen Horsepower, Woven Hand) a raccontare storie di peccato e redenzione e il tenebroso Jay Munly (Lee Lewis Harlots, Devotchka) a costruire il sound del nuovo gotico americano. Nessuno di loro ha mai raggiunto la lieve armonia della "band che suona nel bar alla fine del mondo".
Yyyyyyy-haaa! - - - > QUI
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